… ci stavo pensando per mesi e finalmente ho deciso che è giunta l’ora di aprire il mio blog. Pensando quale dovrebbe essere il mio primo articolo la risposta è venuta spotanea…raccontarvi chi sono, chi siamo – chi è Carry Mama
Come in tanti lo sapete già, mi chiamo Špela e vengo dalla Slovenia. Anni fa sono venuta in Italia per l’amore (un pochino di romanticismo ci sta 🙂 ) che ho conosciuto durante un torneo di pallavollo… Oramai gli anni sono passati e da quel amore sono nati 3 bambini. Ho avuto la fortuna di incrociare le fasce sulla mia strada già durante la prima gravidanza. Ho portato la mia prima bambina tantissimo e durante quel portare mi sono innamorata di questa pratica, di questo modo di vivere e di accudire i bambini. Mi sono lanciata nella nuova avventura col negozio e desiderio di diventare consulente circa 3 anni dopo, quando le bambine portate ormai erano in 2 🙂 Oggi i bambini sono 3, una vera squadra dei bambini portati che ormai sono diventati esploratori quasi indipendenti.
Per farvi capire meglio la filosofia dietro il nostro negozio però devo raccontarvi un po’ di me. Quando dico il nostro negozio intendo la mia famiglia. Senza di loro questo negozio non ci sarebbe mai stato. Sono cresciuta in Slovenia e la mia vita è sempre stata molto attiva, tra diversi sport, vita all’aria aperta, ginocchia perennemente sbucciate e tante tante avventure. Abbiamo sempre avuto tanta libertà, ma anche tanta responsabilità. Con le mie sorelle siamo ancora una di quelle generazioni fortunate, cresciute ‘sulla strada’ dove tutti si occupavano di tutti e tutti conoscevano tutti. Le nostre vacanze erano sempre una conseguenza di tanto risparmiare durante tutto l’anno, ma le 2 o 3 settimane di vita in tenda ogni estate erano un regalo da parte dai miei genitori che credo abbia influito molto su di me. Il resto delle vacanze estive lo passavamo maggior parte in casa di montagna dai miei nonni (niente di male, ve lo garantisco!) dove passavamo le giornate costruire i vigvam (tende indiane), scalare le roccie enormi, camminare nelle montagne e fare i tuffi nel lago. Un paradiso immerso nella natura. Un modo di imparare a relazionarsi con il bosco profondo e suoi residenti.
Ho sempre avuto un debole per gli animali. Un debole profondo, un desiderio molto molto forte di vivere in contatto con loro. Ho colto ogni occasione che potevo e ogni tanto la mia passione, mia disponibilità e voglia di fare erano premiate con possibilità di aiutare nel lavoro con cavalli – la mia passione immensa. Dopo il mio arrivo in Italia un sacco di coincidenze mi hanno fatto tornare nel mondo dei cavalli dove dopo un sacco di altre coincidenze mi ha trovato lui, Dodo, un cavallo (che non avrei mai potuto immaginare di averne uno!) regalatomi, ma tutto da curare. Ci abbiamo messo un bel po’ (6 anni!) prima di poter dire ‘sta bene’.
Durante la mia prima gravidanza ho deciso che era giunta l’ora per me di riprendere un cane. Miei bimbi cresceranno con gli animali. Questo lo sapevo da sempre e non era negoziabile (l’ho anche fatto firmare da mio compagno in una serata un po’ per scherzo, un po’ per… ). Ho addottato il mio Astor, il cane migliore del modo. Da li il numero di animali (sembre adottati) è aumentato non da poco, tanti sono ancora con noi, alcuni purtroppo no.
E tutto questo cosa c’entra?
Il portare in TUTTE queste situazioni per me era indispensabile. Quando miei bambini erano piccoli spesso mi vedevano con la forca per il fieno in mano e bimbo in groppa. Quando pioveva immagine non cambiava, ma sopra di noi c’era un poncho improvizzato che ci teneva asciutti. Se bambini sono piccoli o grandi, se il tempo è soleggiato o piovoso, gli animali devono mangiare e cani devono uscire. E noi con loro E tutto quanto si può fare con un equipagamento adatto. I stivali di gomma, gli pantaloni e le giache impermeabili sono la attrezzatura indispensabile per la vita all’aperto. Le nostre gite più belle sono state quando siamo partitti all’avventura e abbiamo trovato la pioggia e paesaggi deserti. Quante avventure, risate, nascondigli, quanta libertà…
Il portare in tutte queste situazioni (e in tante altre come viaggi, momenti di malessere, serate con le colichette…) è diventato davvero un modo di vivere, di accudire. Ci ha regalato la possibilità di affrontare le montagne e accudire gli animali, il calore di avvolgere durante i malesseri, l’altezza giusta per condividere il nostro punto vista, la leggerezza di poter portare con noi bambini dovunque, il tocco magico per curare le anime tristi, una mano santa per potersi dedicare ai fratelli maggiori, la sensazione di libertà e di poter affrontare qualsiasi cosa…insieme.